Mundele! Mundele!

In dialetto Lingala non esistono i colori. E così, quando torni, rischi che di Brazzaville ti resti addosso solo il grigio della polvere ammucchiata ai lati della strada. Ma l’Africa devi guardarla nei suoi occhi densi e neri come il cioccolato e farti dire tutta la verità. Devi farti travolgere dalle sue contraddizioni e prenderla così. Conoscerla tutta savana e Maasai sarebbe come conoscere un’Italia di trulli e pastori: surreale. A Brazzaville, come i Maasai nelle riserve, ti sorridono tutti, ma solo perché sei un mundele. In realtà vorrebbero solo chiedere. Chiedere aiuto per ottenere un visto e scappare. Chiedere il soldi per l’abbonamento in biblioteca o per andare dal dottore.

Il cemento di Brazzaville è come una colata di denso magma, lentamente scivola verso l’azzurro cielo e il verde appuntito dei vetri in cima alle mura di cinta. Le strade sono invase dai tassì verdi come gli alberi che punteggiano la città. Vicino alla costa i tassì sono blu, come il mare. All’interno del Paese, verso nord, sono rossi come la terra. A Brazzaville sembra che siano tutti tassisti e ti ritrovi a chiederti chi mai lì prenderà e per andare dove. Le case di Brazzaville sono tutte in costruzione e tutte abbandonate. Le strade di Brazzaville sono cementate e all’improvviso ti trovi nella terra.

Le donne di Brazzaville sono belle. Sono scure. Sono come l’Africa: alcune indossano fiere moderni vestiti confezionati con le tele tradizionali, colorate come la frutta del mercato, con le maniche a sbuffo e incredibilmente attillati sui fianchi; altre, la maggior parte, indossano vestiti occidentali, prodotti in Cina per lo più. Le donne di Brazzaville ti guardano i capelli lisci e vorrebbero toccarli. Li invidiano. Le donne di Brazzaville si fanno le treccine e sopra ci mettono la parrucca liscia.  Gli uomini di Brazzaville vanno fieri dei loro completi. Gli uomini di Brazzaville sfilano per le strade e si fanno guardare. Quelli alla moda indossano la giacca a maniche corte.

I bambini di Brazzaville vanno a scuola. Indossano le loro divise bianche e blu e sono felici di studiare. Poi escono correndo dai cancelli bianchi e rossi di ruggine e giocano a calcio. Le bambine di Brazzaville fanno altri bambini. Le bambine di Brazzaville nascono adulte. Le vedi atteggiate da grandi. Le vedi vendere le banane fritte e la manioca al mercato. Le vedi indaffarate con un neonato legato sulla schiena.

A Brazzaville non vivono solo africani. Ci sono i libanesi, con le loro pasticcerie traboccanti di dolci squisiti. Ci sono gli indiani, efficientissimi nelle loro agenzie di viaggio. Ci sono i cinesi, coi loro negozi e le loro infrastrutture. Hanno costruito l’aeroporto di Brazzaville.  Ti vendono i vestiti al mercato. Hanno un supermercato in centro. Ci sono i mundele, che fanno la vita dei mundele in Africa, perché altro non gli è concesso o perché altro non vogliono concedersi.

E così finisci per tornare in Italia e ricordarti di una città che è una grande contraddizione. Dei giorni in cui spendevi due euro per una bottiglia d’acqua. Di una capitale in cui per mesi non c’è corrente nè acqua. Di quando sei andata nell’ospedale cittadino in cui le lenzuola vanno portate da casa e gli africani arrivano metà portando in braccio i bambini, perché non possono pagare l’autobus, e metà col suv ultimo modello. Dei bambini dell’orfanotrofio che non hanno giocattoli e quando gli regali un mazzo di carte le fanno a pezzi invece di usarle. Degli uomini che vanno sul lastrico per pagare un bel completo per la sfilata. Degli internet-point gremiti di persone che consultano il proprio profilo facebook. E così finisci per tornare in Italia e renderti conto che è troppo tardi.

 

Torta Plumcake mele e cioccolato

Questa ricetta è molto semplice e gustosa e soprattutto può essere fatta con ingredienti che si hanno di solito in casa (la torta delle emergenze!). Inoltre non contiene nè burro nè uova.

INGREDIENTI:
200gr di farina 0
100gr di zucchero di canna
1 bustina di lievito
1 bicchiere di latte
2/3 di bicchiere di olio di semi
1/3 di bicchiere di Marsala (o altro liquore per dolci)
2 grosse mele
gocce di cioccolato a piacimento

PREPARAZIONE:
Unire in due ciotole separate farina + zucchero + lievito e latte + liquore + olio.
Aggiungere gradualmente i liquidi amalgamandoli all’altro composto.
Infine aggiungere le mele (io le taglio piccolissime a cubetti di 1/2 cm) e le gocce di cioccolato (ne uso circa 125gr). Porre in una tortiera foderata di carta forno.
Cuocere in forno già caldo a 180°C per circa 50 minuti. La consistenza finale sarà proprio morbida (non soffice).

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